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Cos’è l'Autolesionismo in Adolescenza?

  • Immagine del redattore: delialatina
    delialatina
  • 24 giu 2022
  • Tempo di lettura: 7 min

Aggiornamento: 1 lug 2022


Significato Autolesionismo

Parliamo di un tema che, ad oggi, è particolarmente importante, e cioè l’autolesionismo non suicidario in adolescenza. Ma prima di iniziare: per brevità da adesso in poi userò solo il termine autolesionismo ma intenderò autolesionismo non suicidario. Probabilmente ti chiederai dove sta la differenza e perché sto facendo questa precisazione. Ti assicuro che te ne accorgerai presto. Fidati!


E partiamo subito con una domanda. Pront*? Vai! Lo sapevi che in media, e in tutto il mondo, quasi due adolescenti su dieci mettono in atto autolesionismo? Questi numeri cambiano in base al paese che andiamo ad analizzare. Per esempio, in Germania quasi tre adolescenti e mezzo su dieci lo mettono in atto. In Svezia la situazione è un po’ peggiore, perché quattro adolescenti su dieci lo usano. E in Italia? Anche in Italia i numeri non scherzano. Quasi 3 su 10. Se ci pensi un attimo questi numeri sono abbastanza preoccupanti. Perché, dirai tu? Ma perché indicano che la probabilità che tu conosca un adolescente che mette in atto autolesionismo non è poi così bassa, purtroppo. Ma partiamo dall’inizio…cos’è questo benedetto autolesionismo?


Non starò qui ad annoiarti con tutte quelle definizioni cliniche che trovi nei manuali diagnostici, ma è sufficiente sapere che l’autolesionismo riguarda un’alterazione del tessuto corporeo (quindi della pelle) che è sempre consapevole e diretta, e che risulta in danni così rilevanti da creare alterazioni nella pelle. L’autolesionismo non suicidario è sempre messo in atto, come dice la parola stessa, senza un intento suicida. Attenzione qui, perché l’autolesionismo non è solo tagliarsi. Se guardi su Google, nella maggior parte dei casi leggerai di tagli o di tagliarsi. È vero che questa é la forma piú comune di autolesionismo, ma non è l'unica. Altri metodi usati sono il grattarsi fino a far uscire sangue, lo sbattere volontariamente la testa contro il muro, o prendere a pugni il muro, o ancora evitare che le ferite si cicatrizzino.


Probabilmente ti starai chiedendo: Delia, ma scusa, mi stai dicendo che un adolescente si reca dei danni volontariamente? Questo va al di fuori di ogni logica! E io ti direi che capisco la tua confusione. L’autolesionismo è infatti un comportamento contro-intuitivo. Da quando nasciamo abbiamo sempre quel bisogno primario di sopravvivere, di allontanarci dal pericolo…e ora arrivo io e ti dico che alcune persone si fanno autolesionismo volontariamente. Probabilmente questo potrebbe confonderti…ma continua a leggere perché adesso provo a spiegarti meglio questo comportamento. Infatti, riuscirai a comprenderlo meglio quando ti spiegherò le ragioni per le quali si mette in atto autolesionismo.


Autolesionismo Emotivo. Perché Si Fa Autolesionismo

Diversi adolescenti mettono in atto autolesionismo per ragioni diverse. Però i ricercatori che lavorano su questo argomento, inclusa me, sono riusciti a trovarne alcune che sembrano essere più comuni. La prima ragione dietro all’autolesionismo, e quella molto più comune, è la necessità di gestire emozioni come la rabbia, la tristezza, la frustrazione, il senso di solitudine. Quando queste emozioni sono vissute come particolarmente forti e difficili da gestire, mettere in atto autolesionismo aiuta a ridurle. Questo significa che un adolescente che si sente particolarmente oppresso da queste emozioni e che mette in atto autolesionismo, subito dopo averlo messo in atto si sente meglio. Dopo l'autolesionismo, quel senso di tristezza, o solitudine o rabbia spariscono temporaneamente.


Lo so…lo so…tu potrai dirmi: Scusa Delia, anche io sono stat* adolescente. Anche io ho avuto i miei problemi, le mie umiliazioni, o le mie batoste. Ma mica ho messo in atto autolesionismo?! E io ti darei ragione…se non fosse per un particolare. E cioè il fatto che alcuni adolescenti che mettono in atto autolesionismo vivono le emozioni in maniera diversa da come le viviamo io e te. Infatti, alcuni di questi adolescenti sono altamente sensibili. Questo vuol dire che vivono le emozioni in maniera più forte. Quindi la rabbia la vivono in maniera più forte di te e di me. Lo stesso per la tristezza, o il nervoso, o la frustrazione. Ovviamente questo vale anche per le emozioni positive. Ma qui vorrei soffermarmi sulle emozioni meno piacevoli. Pensa un secondo, per esempio, al volume della musica. Ad alcuni un volume mediamente alto dà già fastidio…mentre lo stesso volume non dà fastidio ad altri. Lo stesso vale per le emozioni. Quindi, per ricapitolare, quando un adolescente si trova ad avere delle emozioni che vive come troppo intense e difficili da gestire, o quando non riesce a trovare una via d’uscita a questo turbine di emozioni, l’autolesionismo rappresenta proprio quella via d’uscita. Infatti, se tu chiedi ad un adolescente come si sente subito dopo aver messo in atto autolesionismo, ti assicuro che la risposta sarà: "Sto bene!", o "Sto meglio di prima", o "Mi sento meno teso, più rilassato"…e via dicendo.


Il problema con l’autolesionismo ovviamente nasce quando ci si accorge che questa strategia per gestire le emozioni funziona. E questo è un problema perché se questa strategia funziona, io la userò ogni volta che mi sento male emotivamente. Diventa un vero e proprio circolo vizioso…un pochino come una dipendenza. Più lo uso, più è probabile che lo userò in futuro per gestire le mie emozioni. Ha senso? I'altro problema dell'uso dell'autolesionismo é che gli adolescenti che lo usano sono piú a rischio di sviluppare, in futuro, pensieri suicidari. Sono anche a rischio di soffrire di altri disturbi psicologici, come per esempio la depressione, disturbi d’ansia, o ancora di disturbi alimentari…tutte problematiche molto serie e che hanno delle ricadute negative su chi ne soffre.


Ci sono ovviamente anche altre ragioni per le quali si usa l’autolesionismo. Per esempio punirsi. Punirsi per non essere brava abbastanza a scuola, o per non aver abbastanza amici, o per aver deluso i genitori o il fidanzato. Alcuni ragazzi mettono in atto autolesionismo anche per evitare il suicidio. Capita anche spesso che la stessa persona usi l’autolesionismo per diverse ragioni. È anche possibile che la stessa persona che oggi mette in atto autolesionismo per punirsi, tra due mesi lo usi per tenere a bada le emozioni. Quindi è possibile usare l’autolesionismo per diverse ragioni, in diversi momenti della propria vita.


Ma adesso che sai cos’è l’autolesionismo e sai perché viene usato, dovresti anche sapere cosa NON è l’autolesionismo. Quindi, se stai facendo altro, non so...leggendo ma anche chattando su Whatsapp...fermati un attimo e leggi bene il resto…perché questo potrebbe sorprenderti!

Autolesionismo è una Malattia

A differenza di quello che molti pensano, l’autolesionismo non è sinonimo di suicidio. Già prima hai letto che l’autolesionismo può essere usato per evitare il suicidio. Adesso ti dico che l’autolesionismo è anche un modo per sentirsi vivi, per sentire qualcosa (anche se questo qualcosa è un taglio che brucia). Non tutti quelli che usano autolesionismo hanno pensieri suicidari. Questa credenza è importante da sfatare perché assumere qualcosa a priori non porta mai a buoni risultati.


Un’altra cosa che l’autolesionismo non è “solo una fase”. Se guardi alla ricerca che esiste sul tema dell’autolesionismo scoprirai che l’autolesionismo è un comportamento tipicamente adolescenziale. Questo non vuol dire che è solo una fase…che passerà da solo. Che non c’è nulla di cui preoccuparsi. Come hai visto qualche minuto fa, l’autolesionismo è una cosa seria. Quindi non sottovalutarlo quando scopri che qualcuno lo usa…che sia tuo figlio, un tuo vicino, un parente, uno studente, un amico o un fidanzato.


Un’ultima cosa che l’autolesionismo non è, e che vorrei sottolineare, è una ricerca di attenzioni o di manipolazione. L’autolesionismo è in realtà un comportamento molto privato. Molti ragazzi che lo usano lo fanno quando sono da soli, lo nascondono il più possibile da amici e parenti, e spesso se ne vergognano.


Queste credenze sbagliate sull’autolesionismo sono proprio quelle che poi vengono vissute male dai ragazzi che lo mettono in atto. Nella mia esperienza mi sono trovata a parlare con tanti ragazzi e ragazze che usano l’autolesionismo, e tanti di loro si sono trovati davanti a genitori che hanno usato frasi del tipo: “Ma che se sai tu di star male, di soffrire. Vai in ospedale e vedi…lì sì che la gente soffre e sta male, non tu!” Purtroppo, frasi simili a questa risultano problematiche per due ragioni. La prima è che sono frasi che non corrispondono alla realtà. Se ti ricordi abbiamo visto che il modo in cui alcuni ragazzi vivono le emozioni è diverso da come le viviamo io e te. È più intenso, più forte. Quindi la loro è una sofferenza reale che, probabilmente, non riusciremo mai a capire. La seconda è che questa frase e frasi simili non fanno altro che incrementare le emozioni negative, portando a più autolesionismo. In passato mi sono trovata a parlare con un ragazzo che utilizzava una forma molto lieve di autolesionismo e che aveva deciso di passare a forme più pensanti proprio perché un familiare gli aveva detto che quello che usava lui non era autolesionismo vero. Era solo un modo per farsi vedere. Quindi il modo in cui ti poni di fronte ad una persona che mette in atto autolesionismo può fare la differenza, in negativo ma anche in positivo.


Autolesionismo Come Uscirne. Autolesionismo Come Aiuare

E su questa nota vorrei concludere parlandoti molto velocemente dei possibili trattamenti per curare l’autolesionismo. Infatti, a differenza di quanto potresti pensare, l’autolesionismo può essere curato…e anche definitivamente. Al giorno d’oggi ci sono diversi trattamenti psicoterapeutici. Uno di questi è la psicoterapia cognitivo comportamentale. Questo tipo di terapia si focalizza sull’utilizzo di attività che ti permettono di tracciare il tuo umore e le tue emozioni, ma ti permette anche di identificare quei pensieri poco sani e rimpiazzarli con altri più sani e più positivi.


Un’altra forma di terapia che nasce da quella cognitivo comportamentale è la terapia dialettico comportamentale. Questo secondo tipo di terapia è stato sviluppato negli USA proprio per trattare l’autolesionismo e i pensieri suicidari in pazienti che soffrono di disregolazione emotiva. Detto in poche parole, è una terapia che è stata sviluppata per quei pazienti che hanno delle emozioni tanto forti, che si sviluppano tanto in fretta e che tornano al livello normale molto lentamente. L’obiettivo della terapia dialettico comportamentale é quello di aiutare il paziente a trovare tutte quelle situazioni stressanti che possano aver dato inizio alla catena di eventi che poi ha condotto all’autolesionismo…quelle che noi psicologi chiamiamo antecedenti. Successivamente la terapia ha lo scopo di identificare tutti quegli altri fattori che si sono uniti e che hanno, in un certo senso, buttato benzina sul fuoco. Una volta capiti e identificati tutti questi fattori, il terapeuta ad orientamento dialettico offre delle strategie da utilizzare ogni qual volta si presenti il bisogno di mettere in atto autolesionismo. Ad oggi, sembra che questo tipo di terapia sia quella che funzioni meglio per trattare l’autolesionismo.


In tanti casi, l’autolesionismo non si presenta da solo. Infatti, e se ricordi cosa hai letto prima, alcuni ragazzi che usano autolesionismo soffrono anche di altri disturbi, includi la depressione, o disturbi alimentari o anche autismo. Quindi il tipo di trattamento e la sua efficacia variano al variare delle diagnosi. Quello che è certo, però, è che senza trattamento è veramente difficilissimo uscirne. Perciò, se magari conosci qualcuno che mette in atto autolesionismo, condividi questo blog, o aiuta questa persona a cercare un sostegno psicoterapeutico. Questo vale anche per te…nel caso in cui mettessi in atto autolesionismo e stai leggendo. Non aspettare che passi da solo, cerca aiuto.


Vuoi saperne di più sul tema dell’autolesionismo? Cercami su Instagram o su Facebook . Li troverai tutti i miei posts, ovviamente, ma anche il mio sito internet con tanti suggerimenti pratici contro l’autolesionismo. Potrai inoltre prenotare una consulenza gratuita, se sei il genitore di un* ragazz* che usa autolesionismo. Spero di vederti lí e non dimenticare mai il mio mantra: "Coloro che mettono in atto autolesionismo sono molto di più della somma delle loro ferite."



 
 
 

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